Panteon Greco

Per essere gente che parla sempre di libertà, hanno un sacco di regole!
Un supplicante dell'Olimpo lungo la sua strada verso le Grigie Distese

Gli dèi dell'Olimpo si rivelarono nelle onde che lambivano dolcemente le rive del mare e nei tuoni che echeggiavano tra picchi coperti di nuvole. Le fitte foreste popolate dai cinghiali e le colline digradanti ricoperte di uliveti furono testimoni del loro passaggio. La loro presenza echeggia in ogni aspetto della natura, ma si sono conquistate un posto anche all'interno del cuore umano.
Nati dalle viscere dei Titani, nipoti del Cielo e della Terra, i poteri Greci si sono presto ritagliati un posto nel multiverso. Le loro imprese epiche sono diventate subito leggenda, le loro passioni impetuose e oscuri traffici si sono diffuse come le onde dell'Oceanus. Nel giro di pochi millenni, sono passati da gruppo minore a uno dei più influenti pantheon dei piani. Ora, con sempre più esperienza, hanno rinsaldato il loro dominio e mirano ad espandersi ulteriormente. Questo pantheon, anche chiamato Olimpico dal nome della montagna che lo ospita, è cresciuto così tanto che alcuni primevi chiamano col nome di Olimpo l'intero piano di Arborea. Se questa non è influenza, niente lo è.

Il pantheon

Il pantheon Greco è stranamente umano, o forse gli umani sotto gli Olimpici sono stranamente simili agli dèi. L'annosa diatriba sul fatto che siano stati i mortali a creare i poteri o viceversa qui non ha risposta; le divinità Greche sono semplicemente le emozioni e il raziocinio umani incarnati. Perfino Atena, la più razionale degli Olimpici, ha un lato estremamente emotivo, e una volta stuzzicato non c'è modo di ragionare con lei. Gli altri dèi sono perfino più emotivi. È abbastanza chiaro che gli Olimpici siano l'incarnazione della furia divina, e abbiano reso i loro nomi sinonimi delle passioni di Arborea. Nonostante le loro meschine gelosie e natura caotica, i Greci sono uno dei panteon più forti del multiverso, e quando mettono da parte le loro differenze e lavorano insieme, non c'è veramente nulla che non possano fare. Ed essi davvero superano i loro egoismi e lavorano insieme quando serve, incanalando le loro passioni verso un fine comune. Dopo tutto, hanno spodestato i Titani e li hanno gettati su Carceri. Hanno collegato il Monte Olimpo, una delle Grandi Strade, a tutti i mondi dei loro adoratori (o almeno, questo è ciò che affermano, anche se alcuni affermano che i sentieri planari esistessero da molto prima dell'arrivo degli dèi). E facendo ciò hanno lanciato un chiaro messaggio al resto dei piani: il Panteon dei Greci è un gruppo di cui aver paura. A parte i Titani, i Celti sono i principali rivali dei Greci, e i due panteon lavorano costantemente per mettersi i bastoni fra le ruote. Mentre i Celti sono aperti ad accettare nuovi poteri, i Greci sono conservatori, e preferiscono schiacciare i nuovi poteri piuttosto che farli espandere. Essi credono che il modo migliore di mostrare ai nuovi che gli Olimpici hanno tutte le risposte sia mostrare l'assoluta forza del pantheon. Basti dire che nel tempo si sono fatti un po' di nemici, e se tutti loro si unissero per attaccare gli Olimpici simultaneamente, il multiverso avrebbe un pantheon in meno. Per esempio, i poteri Greci si sono appropriati di alcuni aspetti delle divinità Egizie, togliendo a loro seguaci per averne di più per sè. Apollo, dio della luce, ha risucchiato via molti fedeli del dio del sole Ra. Gli Egizi, anche se potenti, non potevano sostenere l'assalto, e si ritirarono piuttosto che sfidare gli Olimpici. Quindi è principalmente a causa dei Greci che gli Egizi non occupano più un posto predominante nel multiverso, e qualunque tagliaccio degno di questo nome può immaginarsi come l'abbiano presa Ra, Iside e gli altri. A differenza di altre divinità, i poteri Greci non sono interessati all'innovazione. Apprezzano l'esplorazione dei confini, ma solo perchè una linea è stata oltrepassata non significa che la si possa attraversare di nuovo per tornare indietro. Alcune teste bacate sostengono dicono che gli Olimpici siano codardi, fuori dal tempo e impauriti dalle nuove tecnologie. Questo non è vero; semplicemente il sistema attuale funziona per loro e per i loro seguaci, e non vogliono modificare qualcosa che li ha portati così lontano. La forgia del fabbro Efesto è una prova evidente di come abbiano membri che creano e innovano, ma i Greci preferiscono avere a che fare con lo spirito e le emozioni. In ogni caso, per ogni volta che i poteri si sono accordati su un argomento, si possono contare nove volte in cui non ci sono riusciti; gli Olimpici non sono molto coesi, le loro argomentazioni sono fiere, e nessuna ragione è abbastanza valida per mantenere la pace. Quando discutono, i loro reami possono tremare tanto che nessun mortale vorrebbe starci vicino.

Nascita degli dèi

La storia ufficiale del pantheon è raccolta nella Grande Teogonia, un volume rilegato nelle ossa di creature mitiche ed eroi defunti. Viene conservato in una sala del Vasto Tempio, il punto di ritrovo centrale di tutto il pantheon, nascosto a tutti tranne coloro che hanno lo spirito per svelare tali verità (si dice che la Grande Teogonia sia accessibile ai mortali callidi, ma potrebbe essere soltanto una diceria messa in giro dai poteri per punire le zolle presuntuose). Il tomo racconta la creazione del mondo e del multiverso attraverso gli occhi dei poteri Greci. Secondo la Teogonia, all'alba dei tempi il cosmo conosceva solo l'eterno turbinio del Caos – il principio basilare della creazione. Dal Caos vennero Eros (la forza del desiderio), Gaia (la Terra) e Notte. Il primogenito di Gaia fu Urano (il Cielo), ma generò molte altre creature, incluse le Montagne, il Mare, e le ninfe. Poi Gaia e Urano generarono altri figli, unendo i propri poteri. I primi furono i 12 Grandi Titani, che divennero di fatto la legge del nuovo mondo. Per esempio, Mnemosine era il titano della memoria, e grazie alla sua memoria il tempo potè cominciare a scorrere. Ma Gaia generò altri figli, alcuni simili ai Titani e altri molto più mostruosi – come gli Ecatonchiri con cento braccia e cinquanta teste. Urano sigillò tali mostruosità nella prigione di Carceri, lontano dalla conoscenza umana. Gaia, triste per l'esilio dei suoi figli, convinse il titano Crono a spodestare suo padre. E lo fece, assumendone il ruolo e sposando un altro titano, Rea. Ma Crono tradì la sua promessa, rifiutandosi di liberare gli Ecatonchiri, e Gaia lo maledì assicurandogli che sarebbe stato a sua volta spodestato dai propri figli. Crono tentò di evitare questo destino divorando i suoi discendenti in modo che nessuno potesse sfidarlo. Ingoiò i primi cinque bambini (Estia, Era, Demetra, Ade e Poseidone), ma Rea nascose il sesto, Zeus, e lo affidò alle ninfe. Quando Zeus raggiunse l'età adulta (o meglio, la divinità adulta) fece ritorno, camuffato da coppiere, e somministrò al padre una pozione che gli fece vomitare i suoi cinque fratelli. Gli Olimpici poterono allora affrontare i Grandi Titani e imprigionarli su Carceri, dove sono confinati tuttora. Ovviamente questo è solo un riassunto, ma da allora i Greci si affermarono dapprima in alcuni Mondi Primi, e poi nei Piani Esterni – nello specifico, Arborea.

I seguaci

Gli adoratori del pantheon Olimpico sono, beh, suonati. Quantomeno, questo è quello che potrebbe sembrare ad un osservatore esterno. Anche se riveriscono i propri dèi, allo stesso tempo li ridicolizzano con satire e tragedie. Anche se danno molta importanza alla logica e la ragione, combattono aspramente contro sè stessi portando quella logica a conseguenze estreme. Sono un popolo strano e complesso, con molte diversità interne. La loro società è sparsa su una miriade di isole, ciascuna con la sua storia e cultura. E sebbene i diversi gruppi si combattano tra di loro, non esitano a unirsi per scacciare chiunque osi interrompere il loro baccanale di filosofia e mito. I seguaci degli Olimpici stanno ovunque vadano i loro poteri, ma sono un po' meno estremi. Hanno un unico concetto di onore e destino, e un babbo che rompe uno dei due compie un'offesa capitale. In breve, questa società è fiera e guerresca, perchè non conosce altre vie. I devoti dei Greci sono esploratori, sempre in cerca dell'orizzonte (fisico o mentale). Assorbono tutto quello con cui entrano in contatto, includendolo nella propria visione del mondo. Tutto ciò che toccano ne esce indelebilmente segnato.

L'Olimpo

Il reame dei poteri Olimpici su Arborea è chiamato, Olimpo. I poeti lo descrivono come un luogo di passioni sfrenate e rabbia cieca, una terra che esemplifica Arborea e la vitalità del bene. Sulle colline digradanti e nell'erba alta, i satiri insidiano le ninfe durante i loro baccanali. Templi di marmo bianco si stagliano in mezzo al verde, specchiandosi nell'acqua della riva poco lontana. I filosofi discutono ad armi alzate, i loro dibattiti sempre più incandescenti a ogni minuto che passa. Ai confini dell'Olimpo c'è un grande oceano punteggiato di isole e barriere coralline. Forti venti spazzano le acque, portando l'odore salmastro fino a terra (e spesso la città costiera di Thalassia è tormentata da streghe, piovre giganti e altre creature marine). I pastori sorvegliano le loro greggi sulle isole, e alcuni costruiscono templi in onore dei propri dèi – luoghi sacri dove concentrare il loro potere. Si dice che un gruppo di Amazzoni si sia stabilito ad Arkenos, preparandosi per il giorno in cui avranno la loro vendetta sugli uomini che le hanno offese. Il tutto suona piuttosto idilliaco? Lo è, per la maggior parte. Gli Olimpici hanno una forte vena pastorale, e traggono piacere dalla bellezza della natura e delle persone. Ma a volte gli dèi si infuriano, e allora la terra è spazzata da tempeste e venti mortali. I cuori ardono fortemente nell'Olimpo, ma i più ardenti sono quelli dei poteri. Se apprezzano qualcuno, lui lo saprà. Se giudicano che sia un babbazzo, farà meglio ad andarsene – e senza fare i bagagli. Gli Olimpici sono gente orgogliosa, e non amano le lunghe trattative. Il reame non è tutto rose e fiori, comunque. La Madre Terra ha creato diverse mostruosità – manticore, idre, meduse e simili – e molti dei loro discendenti chiamano l'Olimpo casa. Certo, i poteri potrebbero spazzare via queste creature, ma poi come farebbero i mortali a dimostrare il proprio eroismo? Gli dèi sono consapevoli del pericolo, ma tengono comunque questi mostri in giro per mantenere i supplicanti saggi e giusti. Quasi tutti gli dèi Greci abitano sull'Olimpo. Soltanto cinque membri del pantheon risiedono altrove (contando le Furie come un potere unico, e senza contare i Titani o la moglie di Ade, Persefone). Ciò significa che l'Olimpo è uno dei reami con più poteri del multiverso, ed è così che piace agli dèi Greci. Non si sono sparpagliati per i Piani Esterni come altri pantheon, e si dice che vogliano restare pronti in caso ci sia da affrontare un'altra sfida monumentale – qualcosa di simile alla sconfitta dei Titani. Così come i Celti e i Norreni (due degli altri pantheon più potenti) essi si mantengono uniti, e da questo deriva la loro forza.

Eroi e Tramiti

I poteri dell'Olimpo hanno un gruppo comune di tramiti, sgherri che hanno dedicato le proprie vite a servire gli dèi, che ai mortali piacesse o no. Questi tagliacci sono eroi leggendari, che si sono trovati coinvolti nelle più grandi storie e hanno guadagnato un pizzico di immortalità per proprio conto, forse per via del loro sangue divino o semplicemente per capriccio del fato. La lista include, tra gli altri, Ercole, Teseo, Perseo, Ulisse, Achille e Giasone. Ovviamente la gente dei piani riconosce questi eroi, che si sono costruiti una reputazione migliore di quella che la maggior parte delle persone potrà mai sperare di avere. Si dice perfino che alcuni di loro siano vicini a diventare semidivinità – sempre che non lo abbiano già fatto. Molte divinità Greche lasciano ascendere i propri tramiti, ma alcune ricordano fin troppo bene il modo cui esse stesse guadagnarono potere scacciando i propri padri. Zeus in particolare mantiene gelosamente la propria posizione, e ci vorrà parecchio sforzo per chiunque – sia pure un nobile eroe – per scalare gradini nel pantheon. Certo, non tutti i tramiti sono spacconi mortali. Anche le Furie servono gli dèi Olimpici, pur essendo considerate loro stesse dei poteri. In qualità di vendicatrici del pantheon, le Furie si fanno avanti solo quando un dio è stato offeso personalmente, o quando una grossa fetta della società si merita il castigo divino. Le Furie non vengono mai spedite in missione come un normale tramite. Mai. Gli Olimpici fanno anche un uso intenso di tramiti inferiori, assegnando loro compiti minori. Questi tramiti non hanno nomi propri riconoscibili; tipicamente si tratta di ashira, driadi, satiri e sirene. Apollo, Ares e Atena preferiscono i solar e i per. Infine, alcuni tramiti temporanei sono mortali o supplicanti, tagliacci che sono riusciti a catturare l'attenzione del dio almeno per un attimo. Gli Olimpici assegnano loro alcuni compiti e poi li congedano. Non è tanto una questione di fiducia quanto una mancanza di interesse; i poteri Greci sono volubili, e serve uno sforzo incredibile per mantenere l'attenzione della divinità scelta. E quel genere di attenzione non è sempre una buona cosa.

Divinità Greche

In tutto il multiverso, cosa c'è di più meraviglioso di un filosofo?
Niesha Fedorico, al simposio di Apollo

Più che ogni altra cosa, gli Olimpici sono capricciosi. Hanno opinioni più forti di qualunque mortale, e non apprezzano che sgherri più deboli si diano delle arie al posto degli dèi. La chiamano hybris, superbia, ed è meglio ricordare di portare il dovuto rispetto agli dèi. Se un babbo tenta di volare troppo in alto, verrà sicuramente ricacciato indietro. Zeus è il capo del pantheon, ma per la maggior parte del tempo non governa attivamente gli altri dèi. Interviene per prendere in mano la situazione solo quando cercano di oltrepassarlo o si attaccano a vicenda. Sono poteri caotici, in fondo, e in una certa misura Zeus incoraggia questo comportamento. Questo non include combinare guai nel Materiale. Certo, gli dèi sono tentati in molte occasioni di fare una visitina al Primo, ma di questi tempi le punizioni sono rapide e severe, per cui si accontentano di inviare tramiti, o più raramente avatar. Certo, mettono in conto anche l'intervento diretto quando pensano di riuscire a farla franca, ma non succede quasi mai.

Zeus
Divinità Maggiore; "Il Tonante";
Allineamento: Neutrale Neutrale (LN, NB, NN, NM, CN)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Aria, Gloria, Inquisizione, Nobiltà, Forza, Tempeste
Dominio planare:
Arma preferita: Lancia corta
Simbolo: Pugno che stringe fulmini
Tramiti conosciuti: Ercole, umano maschio

Anche se è il più giovane dei sei figli originali di Crono e Rea, Zeus ha preso il ruolo di pezzo grosso grazie alla sua forza e alle sue scaltre gesta nello spodestare il loro tirannico padre. Oggi, armato con fulmini forgiati dai ciclopi, Zeus mantiene la propria posizione tramite timore e paura. Quando gli altri poteri hanno un disaccordo che non possono risolvere, o quando minacciano di fare a pezzi l'Olimpo con i loro litigi, Zeus si mette in mezzo e li rimette in riga con mano pesante. Le barbegrigie dicono che Zeus è l'incarnazione della ragione e dell'emozione unite insieme. A dire il vero, è più spesso passionale che logico, e ciò gli ha causato problemi senza fine. Vedi, anche se è sposato con Era, è lussurioso, e si dice che abbia più figli fra i mortali di quanti Era riesca a contare. Generalmente Zeus ha buone intenzioni, ma non si può evitare di pensare che abbia preso Era in moglie come gesto simbolico per placare la sua gelosia e affermare la sua posizione come capo del pantheon. Il suo palazzo si trova sul punto più alto dell’Olimpo, ed è dotato di sale tappezzate d’oro e gemme preziose. Statue di Zeus ed Era delineano le sale; si dice che il Tonante le animi per dissuadere i visitatori indesiderati – ed anche per muoversi per il reame senza attirare troppa attenzione (la radiosa gloria di Zeus è sufficiente ad uccidere qualsiasi mortale che lo guarda). Certo, una statua che cammina si nota parecchio, ma non è paragonabile a vedere il potere di persona. Anche la moglie di Zeus governa in queste sale, ed è a causa sua che egli si camuffa per sgattaiolare via nelle sue scappatelle. Era tiene sempre d’occhio suo marito, ma questo non lo ferma dal tentare di fuggire dai marmi bianchi del loro palazzo. Per il dio ribelle, a volte questo luogo sembra più che altro una gabbia. Si dice che Zeus abbia due giare innanzi all’entrata del tempio, una riempita con le qualità del male e l’altra con quelle bene. Solo il potere sa riconoscere i due contenitori. Zeus usa le due giare per benedire o maledire i mortali, mischiando le qualità per creare lo spirito umano. Se una zolla rubasse una delle due giare, potrebbe diventare una vera e propria forza del bene o del male – ma farà meglio a scegliere bene quale prendere, per non parlare del fatto che trovare un posto lontano dalle grinfie degli Olimpici è praticamente impossibile. Non è un segreto che a Zeus non importi molto del Daghdha, il reggente del pantheon Celtico. Il sentimento è reciproco; il Daghdha non pensa che gli Olimpici siano una sfida per la sua cricca e, inoltre, crede che i Greci siano troppo pieni di loro stessi. Dicerie fra i preti affermano che Daghdha ha tirato recentemente un brutto scherzo a Zeus, e questo non aiuta. In ogni caso, il capo dei Celti non devierà dalla propria strada per conquistare l’amicizia di Zeus, e allo stesso modo il Tonante non offrirà alcuna pace. La loro faida ribollente prima o poi potrebbe esplodere in una guerra a tutto campo. Per ciò che riguarda i tramiti, Zeus usa principalmente i suoi figli. Il più potente di loro è Ercole, che si dice sia l’uomo più forte ad aver mai camminato per la faccia del Primo. Tuttavia, visto che è il figlio di un’altra donna, Era non è molto affezionata all’eroe ed è solita ostacolarlo a tal punto che è meglio per Zeus non usare Ercole in nessun modo.
Ade
Divinità Maggiore; "Signore dei Morti";
Allineamento: Legale Neutrale (LN, LM)
Reame: Grigie Distese, Plutone, il Sottomondo
Domini: Bramosia, Caverne, Legge, Morte, Ricchezza, Riposo
Dominio planare:
Arma preferita: Spada lunga
Simbolo: Ariete nero
Tramiti conosciuti: Radamanto, Minosse ed Eaco, umani maschi

In quanto potere della morte, Ade si discosta un po’ dal solito modo di fare degli Olimpici – è la parte oscura che solitamente non riconoscono, poiché, nonostante tutti i loro difetti, abbracciano la vita con passione. Anche se è il più vecchio di loro (o forse proprio perchè è il più vecchio), Ade è stato incaricato con la responsabilità di sorvegliare i morti. Non è un lavoro che ama particolarmente, ma il suo carattere sembra adatto al compito. Molto tempo fa, il dio della morte rapì Persefone, la figlia di Zeus e Demetra, e prima che fosse salvata dalle sue grinfie, ella mangiò il cibo del reame. Dunque Persefone deve spendere metà del suo tempo nel tetro Sottomondo a governare al fianco di Ade, e la restante metà nel esuberante mondo dell'Olimpo. Ade stesso non ha molto interesse in nulla tranne Persefone. Egli si accontenta di rimanere seduto, rimuginare e guardare il grigiore delle Distese, osservando le masse degli innumerevoli morti, ed applicando le sanzioni decretate dagli altri poteri Greci su quanti hanno osato rubare la gloria degli dèi. Il Sottomondo è tipico per le Grigie Distese: privo di vita e spento. I Fiumi Lete e Stige lo attraversano, promettendo dimenticanza e oblio a chi assaggia le loro acque, anche se in pochi osano farlo. Al centro del reame si trova un palazzo di marmo grigio, e nella sala delle udienze siedono Ade e Persefone; i due non aspettano altro se non negare ai supplicanti i loro desideri più intimi. I mortali che stanno svolgendo questa o quella missione a volte chiedono di poter usare l’elmo dell’invisibilità di Ade, forgiato dai Ciclopi nella guerra contro i Titani. Egli lo tiene sempre al suo fianco, ma raramente lo usa. Si dice lo presti agli eroi inviati da altri poteri, ma nessun babbazzo vivo ha mai riferito di averlo usato. Tre tramiti decidono il fato degli spiriti che finiscono nel Sottomondo: Radamanto, Minosse ed Eaco. Essi non vanno in missioni in altri piani. Se Ade spedisce altri tramiti fuori dal reame, questi svolgono le proprie missioni in maniera estremamente sottile. Qualcuno dice che Ade potrebbe acquistare i servigi di Anthraxus, il precedente signore della Torre Desolata degli yugoloth, ma altri dicono che si tratta solo di chiacchiere senza senso.
Afrodite
Divinità Intermedia; "Signora dell’Alba";
Allineamento: Caotico Buono (NB, CB)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Bene, Caos, Charme, Passione, Seduzione
Dominio planare: Arborea
Arma preferita: Pugnale
Simbolo: Conchiglia
Tramiti conosciuti: Anchise, umano maschio; Enea, umano maschio (Società del Sensismo); in precedenza Adone, semidio maschio (ucciso da Ares)

Forse sarebbe più giusto definire Afrodite una Titana, visto che è una diretta discendente del sangue di Urano. Gli altri poteri ignorano il fatto dato che, dalla sua creazione, ha viaggiato molto lontano, portando Eros con sé, per poi tornare quando i Titani sono stati sconfitti. Il marito di Afrodite è Efesto, al quale è stata unita per volere degli dèi, poiché entrambi avevano bisogno di un consorte divino. Tuttavia, lei odia il matrimonio, mentre il fabbro, pazzo di lei, è inguardabile e pure zoppo. Il vanitoso ed affascinante Ares ha catturato il suo sguardo in più di un’occasione, ma quando Efesto ha scoperto il tradimento, ha creato una rete ed intrappolato gli amanti. Quindi ha invitto gli altri dèi a prendersi gioco della sfortunata coppia. Afrodite è fuggita per un anno ed un giorno, fino a quando la sua vergogna si è placata ed ha avuto il coraggio di farsi vedere in giro. Naturalmente Afrodite è più della dea dell’amore e della bellezza; è anche la sovrana dell’atto dell’amore, e dunque è molto apprezzata dalla Società del Sensismo. È in parte grazie alla sua influenza che molti Sensisti hanno scelto l’Olimpo come propria casa (la gloriosa Sala Dorata della fazione giace da qualche parte nello strato). Il palazzo di Afrodite sul Monte Olimpo è costruito di quarzo e gemme, e lucidato così sapientemente che chiunque lo attraversa ci si può veder riflesso. La pozza Canathas (conosciuta anche come Oroeterno e condivisa con le altre divinità della bellezza) giace in una vasca cerimoniale, piena dell’Acqua della Bellezza e della Vita. Solo i tramiti di Afrodite vi si possono bagnare; chiunque altro si attira contro le ire del potere. Le vere amiche di Afrodite sono le altre dee della bellezza, anche se solamente Hanali Celanil dei Seldarine è rimasta compagna di feste nel corso delle ere. Le altre divinità attraversano periodi di capricciosa vanità (come Afrodite stessa, ad essere sinceri), e si scagliano le une contro le altre, affermando di essere le più belle. In realtà è a causa di questa vanità capricciosa che Afrodite ha pochi amici tra gli Olimpici – la desiderano, certo, ma non si interessano realmente a lei. Il suo tramite favorito era un semidio chiamato Adone, che la serviva diligentemente fino a che il geloso Ares non lo mise sul libro dei morti. Ora i più conosciuti tramiti di Afrodite sono Anchise, uno dei suoi precedenti amanti, e il figlio Enea. Anchise è cieco, ma può vedere la bellezza nel cuore di qualsiasi creatura che ama. Enea è bello e forte, ed è in grado di affrontare qualsiasi impresa, non importa quanto difficile, se è destinata a generare qualcosa di bello.
Apollo
Divinità Intermedia; "Il Portatore di Luce";
Allineamento: Caotico Buono (NB, CB)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Bene, Guarigione, Oracolo, Radiosità, Sole
Dominio planare: Arborea
Arma preferita: Arco lungo
Simbolo: Lira
Tramiti conosciuti: Pizia, femmina di razza sconosciuta; Esculapio il Guaritore, umano maschio; Ciparisso, mezzelfo maschio; Petra Kourakis, umano maschio

Figlio di Zeus e della Titana Leto, dopo suo padre ed Era è il più grande potere del pantheon. Anche se Poseidone che Ade sono più forti di lui, Apollo gode di più rispetto di entrambi, e quindi è il prossimo nella linea di successione se Zeus dovesse venire a mancare. Dio delle profezie, stabilisce oracoli in ogni mondo primo dove gli Olimpici hanno influenza. Tutti i suoi profeti siedono su stuoie in caverne piene di fumo, ascoltando i sussurri del futuro, sospirati dai fumi. Come la maggior parte degli oracoli, parlano con parole che sono solitamente comprese dai mortali solo quando le profezie si avverano. Apollo ha anche stabilito uno di questi luoghi sul Monte Olimpo; chi cerca il consiglio del potere può interrogare il misterioso oracolo noto come la Pizia. La dimora del potere è il Tempio di Apollo, un intero palazzo fatto d’oro lavorato che risplende in eterno con la calda luce del sole. Sul retro del tempio si trova un anfiteatro dove i più grandi drammaturgi della cultura declamano le proprie opere. Anche i poeti mortali si esibiscono sul palco, declamando versi in onore al Portatore di Luce. Tutti gli Olimpici rispettano Apollo, ma nessuno è veramente suo amico, eccetto forse per Ermes e Artemide, sorella di Apollo. Anche se è proibito, Apollo e Goibhniu dei Celti hanno un'amicizia segreta, ed Apollo ha trovato amici anche in Mitra dei Vedici e Seker degli Egizi. I suoi nemici, naturalmente, sono tutti i poteri dell'oscurità e del dolore. Esculapio il Guaritore è figlio di Apollo, nonché uno dei suoi tramiti. Si dice che lo sgherro sia in grado di riportare i morti in vita senza incantesimi. Ade, ovviamente vuole fermarlo, e a meno che Apollo non si metta in mezzo, è probabile che finirà per perdere il proprio figlio per mano del geloso dio della morte. Un altro tramite ben conosciuto è Ciparisso, che è amico di un cervo; i due possono comunicare con qualsiasi animale naturale nel multiverso.
Ares
Divinità Intermedia; "Il Geloso, Lo Sfortunato";
Allineamento: Caotico Malvagio (NM, CN, CM)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Caos, Competizione, Distruzione, Guerra, Male
Dominio planare:
Arma preferita: Lancia corta
Simbolo: Lancia
Tramiti conosciuti: Deimos e Phobos, semidèi maschi

Ares, il potere della guerra, è uno dei figli di Zeus ed Era. A lui non importa nulla se non sé stesso e i massacri dei campi di battaglia, ed è follemente geloso di chiunque gli si pari innanzi. Uccide qualunque poveraccio più debole di lui che gli finisce tra i piedi, e si ritira con rancore davanti a coloro che si rivelano più forti. Ares ha ottenuto il soprannome “lo Sfortunato” perché, per quanto sia potente in battaglia, non è di ampie vedute, ed è facilmente preda delle sue passioni. La sua furia lo ha condotto a molti tristi episodi, come quella volta quanto è finito confinato in un vaso ornamentale quando gli Olimpici stavano combattendo la loro prima grande sfida. Non è più fortunato in amore, come ha dimostrato la storiaccia con Afrodite ed Efesto. Questo non ferma molti mortali dal pregarlo. Uno dei riti che i giovani guerrieri compiono prima di affrontare la loro prima battaglia, è tagliarsi i capelli in una cerimonia e offrirli in sacrificio ad Ares come segno della loro devozione alla guerra. Il palazzo di Ares sul Monte Olimpo è un luogo grande e tetro, fatto d’ossa vagamente luminescenti, più simile ad una rocca che ad un castello. Giace vicino al Portale della Gola – la forra che ospita i portali magici per i mondi primi dove il pantheon è venerato. Dentro la fortezza, la banda di malvagi supplicanti di Ares tracanna il sangue dei nemici che hanno ucciso, fortificandosi ed assorbendo la forza vitale dei propri avversari. Ed Ares di avversari ne ha parecchi, anche tra gli altri poteri della guerra. Vedi, è geloso della sua sfera d’influenza, e non tollera intrusioni di nessun altro dio nel “suo” dominio. Per questa ragione, è incorso nell’ira del potere goblinoide Maglubiyet e degli dèi orcheschi Baghtru e Gruumsh. Solo Loki, l’ingannevole dio dei Norreni, potrebbe considerare Ares un amico – e anche quando lo fa, l’astuto Loki ama mettere in imbarazzo lo stolto Olimpico in ogni occasione. Come molti altri poteri, i tramiti di Ares sono i suoi figli, nati dalla relazione con Afrodite. Sono Deimos e Phobos, due semidèi caotici e malvagi che si dice siano l’incarnazione del terrore e della paura. Infatti hanno l’abilità di provocare paura e mettere in fuga chiunque venga loro vicino.
Artemide
Divinità Intermedia; "La Cacciatrice";
Allineamento: Neutrale Buono (NB, NN)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Animale, Bene, Caccia, Fertilità, Vegetale
Dominio planare:
Arma preferita: Spada corta
Simbolo: Arco e freccia davanti alla luna
Tramiti conosciuti: Atteone, umano maschio

Artemide, sorella di Apollo, è la patrona (o meglio, matrona) dei cacciatori e delle cacciatrici. È molto più felice in compagnia di cani e animali selvatici piuttosto che di altri poteri. È la cosa più vicina ad una selvaggia tra gli dèi del pantheon; disprezza la civilizzazione e le sue trappole in favore della natura e delle terre selvagge. Caccia solo per riempirsi la pancia o nutrire qualcuno, mai per competizione. Artemide è una dea vergine, che non tiene ne incoraggia alcun amante (per questo motivo accetta solo donne nel suo clero, e pretende da loro assoluta castità). Anche se altri poteri occasionalmente la inseguono e cercano di vincerla, ella non ne favorisce nessuno. Anche coloro che cacciano bene quanto lei (o anche meglio) non hanno alcuna possibilità; come gli altri Olimpici, si rifiuta di accettare che possa esistere qualcuno migliore di lei nel suo campo. La dea considera tutto l’Olimpo come suo reame, e vi caccia senza preoccupazioni, ritornando solo occasionalmente ad un piccolo pergolato che ha eletto come sua dimora. In verità, la sua casa è poco più che un piccolo complesso di caverne che si aprono sul lato della montagna, poiché Artemide non ha realmente bisogno di un posto ove ritirarsi. Viaggia frequentemente ad Arkenos, la città delle Amazoni, dove è venerata come una protettrice. I suoi amici fra i poteri includono Solonor Thelandira degli elfi e Uller dei Norreni. Anche se Solonor è molto più socievole di Artemide, i due hanno condiviso molte caccie assieme. Uller, d’altro canto, è un miglior compagno dell’Olimpia; quando cacciano assieme, i due parlano poco e apprezzano l’essenza della caccia. Il suo tramite è un supplicante di nome Atteone, un ciordo che fu così sfortunato da incontrare la dea quando si stava facendo il bagno. Ella lo trasformò in un cervo e gli sguinzagliò contro i suoi stessi cani. Dopo di che si sentì un po’ in colpa e lo elesse a padrone della propria muta di cani. Atteone ora ha la capacità di trasformarsi in un magnifico cervo, ed ognuno dei suoi corni contiene un pizzico di luce lunare, che può scagliare addosso ai suoi nemici con l’effetto di uno spruzzo prismatico.
Atena
Divinità Intermedia; "La Protettrice";
Allineamento: Legale Buono (LB)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Artigianato, Coraggio, Guerra, Legge, Meditazione
Dominio planare:
Arma preferita: Lancia corta
Simbolo: Gufo
Tramiti conosciuti: Ulisse, umano maschio

Atena è spuntata del tutto cresciuta e completamente armata dalla testa del padre Zeus. Egli aveva ingoiato sua madre Metis per una profezia che lo aveva avvertito che Metis avrebbe portato in grembo un figlio che l'avrebbe ucciso. Apparentemente, Zeus ha imparato qualcosa dal titano Crono – se una zolla vuole impedire alla sua discendenza di ucciderlo, è meglio divorare la madre prima che abbia una prole. Questo, tuttavia, non impedì la creazione di Atena. Come la sorellastra Artemide, Atena ha giurato di mantenere la castità, e ha ucciso coloro che hanno provato ad averla (i suoi sacerdoti – maschi o femmine – sono tenuti a mantenersi casti allo stesso modo). Anche se è esigente e schizzinosa quanto il resto del pantheon, la caparbietà di Atena è temprata dalla luce della saggezza, che insegna ai mortali in cambio dei loro servigi. Molti mortali pensano che sia la dea della guerra, ma non è propriamente vero, Atena lascia il mero massacro al fratello Ares; il suo dominio è quello del coraggio e degli atti eroici. Quelli che vogliono venerare gli spargimenti di sangue si rivolgono ad Ares, mentre quelli che desiderano strategia e tattica ad Atena. Per l’appunto, il suo reame è l’esatto contrario di quello di Ares. Dove la fortezza dell’altro è oscura e macchiata di sangue, il suo palazzo è luminoso, splendente e forgiato di resistente ferro. Filosofi e generali ne riempiono le sale, cercando la saggezza per vincere le battaglie ed il fine intelletto dei guerrieri. Si dice che i più raffinati pensatori ed abili generali della cultura siano condotti qui per studiare sotto i maestri. Zeus stravede per Atena, ma lei ha anche guadagnato il rispetto degli altri poteri del pantheon in virtù della sua intelligenza. Ella disprezza Afrodite, che ha conquistato solo grazie al proprio aspetto, e ha una lunga inimicizia con lo zio Poseidone – pare che due litighino su tutto. Trova una causa comune con Brihaspati del pantheon Vedico (Indiano), e Odino dei Norreni – abbastanza, per lo meno, da ammettere che essi hanno la conoscenza che a lei manca, e che può imparare da loro così come essi possono imparare da lei. Al momento il suo tramite favorito è Ulisse, un rosso che ha visto molto è fatto ancora di più. Atena non gli ha donato alcun potere speciale, poiché vuole insegnargli a sopravvivere solamente con il proprio ingegno. E Ulisse è uno degli sgherri più intelligenti che una zolla può incontrare – intelligente in senso pratico, s’intende. Un mucchio di studiosi hanno i libri dalla loro, ma non c’è nessun mortale tanto ingegnoso quanto lo è Ulisse.
Demetra
Divinità Intermedia; "La Madre Fertile";
Allineamento: Neutrale Buono (LB, NB, CB)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Bene, Protezione, Rinnovamento, Terra, Vegetale
Dominio planare:
Arma preferita: Lancia corta
Simbolo: Testa di giumenta
Tramiti conosciuti: Trittolemo, umano maschio

Demetra è una dei primi sei poteri Olimpici, ma ora rimane per lo più dietro le scene, badando ai figli degli dèi e mantenendo ricchi i raccolti dei suoi fedeli nel Materiale. Era spostata con Poseidone, ma lo lasciò parecchio tempo addietro; Poseidone prese dimora nel mare mentre Demetra rimase sulla terra. In seguito divenne la moglie di Zeus (prima di Era), e gli diede una figlia, Persefone, che fu poi presa da Ade per governare con lui nel Sottomondo. La dimora di Demetra è una comune baita nel bel mezzo di un immenso campo di grano dorato. I suoi supplicanti badano al campo tutto il giorno prima di ritirarsi la notte nelle proprie dimore, sparse nel reame. Lavorano duro, ma sembrano apprezzare la fatica. Demetra e Chauntea di Toril sono sempre andate d’accordo, e non è un segreto che Demetra non serbi alcun rancore verso gli altri poteri – tranne verso suo fratello Ade che non ha ancora perdonato per il rapimento della figlia. Ade sembra rimarcabilmente infischiarsene. Trittolemo è il tramite preferito di Demetra in questi giorni. Guida un carro trainato da due draghi di bronzo, seminando grano ovunque viaggia. È uno sgherro tenace: i suoi occhi cercano costantemente l’orizzonte, ed egli sembra costantemente impaziente di balzare sul suo carro e galoppare via.
Dioniso
Divinità Intermedia; "Il Nato Due Volte";
Allineamento: Caotico Neutrale (CB, CN, CM)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Caos, Distruzione, Follia, Gioia, Piacere
Dominio planare:
Arma preferita: Bastone ferrato
Simbolo: Bastone con pigna e vite
Tramiti conosciuti: Sileno, satiro maschio

Dioniso, figlio di Zeus e della mortale Semele, era ancora nel grembo di sua madre quando ella vide il Tonante nella sua magnifica radiosità e venne distrutta. Zeus ha preso il bambino dal suo corpo e l'ha messo nella sua coscia, e quando era pronto per nascere è venuto fuori perfettamente formato. Era, gelosa dei tradimenti di suo marito, ha reso Dioniso schiumato quando era giovane, e da allora il potere ha viaggiato per le terre, imparando le vie del vino – e della follia. Nei suoi viaggi ha ottenuto un seguito di centauri, satiri e baccanti. Oggi Dioniso è il potere degli ubriaconi, poco ma sicuro. Il suo intero portfolio è dedicato alla divina follia dell'uva, e del piacere dato dal bere. I suoi seguaci non sono nemmeno sgherri gentili. Alcuni sono contemplativi; i seguaci di Dioniso sanno diventare veramente cattivi. Quando si lasciano andare troppo nei festeggiamenti, perdono tutta la razionalità e seguono i propri istinti in maniera cieca. La gente a volte muore a causa della loro furia. Il reame di Dioniso nell’Olimpo è un luogo di calore confortevole e costante. Ha un palazzo nel bel mezzo di una vigna (che attraversa anche l’edificio) e ha decretato che i grappoli sono sempre pronti per essere colti e spremuti. Quando i baccanti non stanno seguente il loro patrono nei suoi viaggi, solitamente usano la vigna come loro base. E non ci si meraviglia che sia anche un luogo di feste costanti, tant’è che fa sembrare la Sala Dorata dei Sensisti un posto tranquillo. Ad Era naturalmente Dioniso non piace per niente, è solo un'altra testimonianza dei tradimenti di Zeus. Anche Atena non ha una buona opinione del fratellastro, dato che i due sono ai poli opposti. Tuttavia Zeus ama suo figlio tanto quanto ami Atena, e quindi gli altri poteri non osano andargli contro. Dioniso ha come tramite un satiro di nome Sileno. Si dice che Sileno abbia fatto da insegnante al giovane potere quando Dioniso era ancora schiumato, e il dio non ha certamente dimenticato il favore. Brutto e deforme, persino per un satiro, il tramite ha una mente acuta e un cuore saggio, e li usa per aiutare o ostacolare la gente, dipende da come viene trattato. È buono verso coloro che mostrano gentilezza, e si dice che Sileno non sia estraneo dall’elargire doni.
Ecate
Divinità Intermedia; "La Signora della Notte";
Allineamento: Caotico Malvagio (-)
Reame: Grigie Distese, Plutone, Aeaea; Baator, Minauros, Aeaea
Domini: Caos, Luna, Magia, Male, Ricchezza
Dominio planare:
Arma preferita: Pugnale
Simbolo: Luna crescente
Tramiti conosciuti: Circe, umana femmina

Ecate è la figlia dei titani Crio ed Euribia, e il suo potere è quasi grande quanto era il loro. È famosa per la sua arguzia e grande eloquenza (si dice che abbia insegnato ad Apollo un po' della sua arte), ma è persino più famosa per le sue abilità nella magia. In realtà ed è adorata da tutti gli sparamagie non sacerdoti che seguono il pantheon, dato che è la fonte di tutta la magia arcana. È anche una dei pochi poteri che mantiene un reame principale su un piano (le Grigie Distese) ed un altro da un'altra parte (Baator), anche se nessuno ne conosce il buio. Forse trae il suo potere da entrambi i piani e li usa per sfamare i suoi adoratori. In ogni caso, Ecate è un potere da tenere in considerazione, sottile come un serpente e pericolosa come un lupo famelico. Ella mette in moto piani che pochi possono individuare e muove gli eroi come fosse le corde di una lira. Ha una storia con Loki, ma Ecate non ha veri alleati fra i poteri con l'eccezione di Persefone (la moglie di Ade). Apollo la rispetta, ma non ne cerca più la compagnia. Gli altri Olimpici vanno da lei in cerca di consigli di tanto in tanto, ma non si associano a lei per più tempo di quanto occorra. Forse per incoraggiare più visitatori, Ecate ha quasi sempre un dono per ogni altro potere – per esempio ha l'Occhio di Gruumsh, quello cavato dal dio elfico Corellon Larethian. Se solo il dio degli orchi riuscisse a seguire gli indizi che ella ha lasciato per lui, potrebbe perfino essere in grado di riprenderselo. Ecate ha recentemente promosso Circe al pieno rango di tramite. L’incantatrice ha servito la dea per molti anni ormai, ed entrambi hanno deciso che era ora di aumentare il proprio potere. In cambio del servizio di Circe, Ecate le ha garantito incantesimi infallibili. Dunque ogni incantesimo utilizzato da Circe funziona sempre – anche quelli che normalmente permetterebbero un tiro salvezza. Uno sgherro che vuole affrontare Circe à meglio ad avere cervello, perché certamente non la batterà con la forza fisica. Ecate non ha sacerdoti, ma è venerata dagli sparamagie, che le sacrificano miele e capri neri nelle notti di luna piena.
Efesto
Divinità Intermedia; "Lo Zoppo";
Allineamento: Neutrale Buono (LB, NB, CB)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Artigianato, Bene, Creazione, Fuoco, Metallo
Dominio planare:
Arma preferita: Martello da guerra
Simbolo: Martello e incudine
Tramiti conosciuti: Palemone, umano maschio; Ardalo, umano maschio

Efesto è il potere dei fabbri e degli artigiani, figlio di Era ed Era soltanto. L’ha creato interamente dal suo corpo quando ha scoperto che Zeus la tradiva con altre donne. In preda alla rabbia, Zeus ha scagliato Efesto giù nel Primo Piano Materiale, dove il giovane dio è atterrato malamente ed è risultato azzoppato. In seguito i due si sono riconciliati, ed Efesto è un membro benvoluto del pantheon. Crea gli strumenti che gli dèi usano, e per Zeus forgia saette addirittura migliori di quelle che creavano i Ciclopi al loro apice. Il reame di Efesto è un’area dell’Olimpo dove le attività vulcaniche sono comuni. Infatti, egli lavora nel cuore di un vulcano, aiutato dai suoi zii, i Ciclopi. Occasionalmente, i potere gnomico Nebelun viene ad offrire aiuto e servigi, e di due creano assieme oggetti incredibili. Si dice che Efesto abbia una rivalità con gli altri dei della forgia, ma il buio della cosa non è noto. I tramiti di Efesto sono – secondo lo schema tipico dei Greci, la sua stessa carne e sangue. Suo figlio Palemone può estrarre il ferro dal terreno semplicemente concentrandosi. Il suo altro figlio, l’eroe Ardalo, può creare praticamente tutto usando semplicemente strumenti comuni.
Era
Divinità Maggiore; "La Matrona dei Cieli";
Allineamento: Caotico Neutrale (CB, CN, CM)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Caos, Comunità, Famiglia, Patto, Protezione, Inganno
Dominio planare:
Arma preferita: Mazza leggera
Simbolo: Ruota di piume di pavone
Tramiti conosciuti: Argo che Tutto Vede, tiefling maschio; Menelao, umano maschio

Era, la Moglie di Zeus, è il secondo potere più forte del pantheon. Guarda caso, è anche pazzamente gelosa di Zeus e delle sue infedeltà, e si da parecchio da fare per rendere la vita impossibile agli amanti e ai discendenti di Zeus. Ad ogni modo, è cordiale e anche amichevole con gli altri Olimpici, poiché ne è reggente. Spesso appare anche temperata quando Zeus è irruento, e può cedere all’ira quando egli è razionale – i due sono una coppia perfettamente bilanciata. Gli altri poteri Greci rispettano il giudizio di Era, e sanno quando devono farsi indietro ed evitare un disaccordo con lei. Una delle sue liti, dopo tutto, ha portato al completo saccheggio di un’importante città del primo piano materiale che si trovava nelle pianure di Illiria, e solo perché il figlio del borgomastro ha osato esaltare la bellezza di Afrodite al posto che la sua. La dea non sa accettare la sconfitta. Nel corso degli anni, Era ha elevato due tramiti. Uno di loro è Argo, il Sorvegliante dai Cento Occhi. Il suo corpo è coperto da occhi, e quando dorme ne chiude solo cinquanta. È stato sconfitto una sola volta, da Ermes, che ha addormentato tutti gli occhi del tiefling con un racconto incredibilmente lungo e stupido. L’altro tramite di Era è Menelao, un tagliaccio che ha ottenuto l’immortalità rimanendo fedele alla moglie che lo tradiva. Può venir ucciso solo da qualcuno armato di un’arma forgiata da un dio.
Ermes
Divinità Intermedia; "Il Messaggero degli Dèi";
Allineamento: Caotico Buono (NB, CB, CN)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Araldi, Commercio, Fortuna, Inganno, Viaggio
Dominio planare: Arborea
Arma preferita: Bastone ferrato
Simbolo: Caduceo
Tramiti conosciuti: Autolico, umano maschio

Ermes è sempre stato il potere dei ladri. Il giorno stesso in cui è nato ha rubato il gregge che suo fratello Apollo doveva sorvegliare e l'ha nascosto in una grotta in montagna. Mentre Apollo cercava la mandria dispersa, Ermes ha creato la prima lira e l'ha donata al fratello per rabbonirlo. Più tardi ha inventato la siringa (chiamata anche flauto di pan), che Apollo ha barattato per un caduceo d’oro. In verità, pare proprio che Ermes non possa fare nulla di sbagliato. Anche se è un guerriero feroce e un ladro avventuroso, è anche il più fortunato tra gli Olimpici, e ha rifiutato l’arrogante orgoglio che gli altri sembrano aver abbracciato. Anche se ha i suoi momenti di vanità, Ermes è generalmente molto più gentile degli altri poteri Olimpici. Infatti è questo fascino ad aver portato quasi tutti i poteri del pantheon Greco dalla parte di Ermes, tant’è che può mettere pace tra due poteri litigiosi meglio di quanto possa fare Zeus. La sua sportività è leggendaria tra gli Olimpici; essi si rivolgono a lui per i suoi giudizi imparziali, e dipendono dalla sua velocità per inviare i messaggi. È dura trovare un potere a cui non piaccia Ermes – persino il Daghdha (che non va d’accordo con Zeus) non trova motivi di screzio con questo sgherro dispettoso. Quando dei fedeli Olimpici dicono anche che Ermes abbia una relazione romantica con Tymora di Toril, ma il buio della faccenda è che sta cercando di scoprire cosa è successo a Tyche, la precedente dea della fortuna. Il reame di Ermes è nascosto da qualche parte dentro il Monte Olimpo, ed è un luogo invitante per gli scommettitori e i viaggiatori. Anche se una zolla potrebbe o meno finire borseggiata, di certo avrebbe un posto sicuro per la notte – una cosa preziosa nell’Olimpo. Nessuno osa dare la caccia ad un viaggiatore sotto il tetto di Ermes. Come suo padre Zeus, Ermes ama usare i suoi figli come tramiti. Si dice che uno di questi, Autolico, sia il più grande ladro mortale mai vissuto, un contrabbandiere senza pari. Si dice che non ci sia nulla che non possa rubare; Autolico non fa nulla per confermare o smentire questa voce, e dunque la leggenda delle sue abilità cresce. È il nonno del tramite di Atena, l’eroe Ulisse, ed è da Autolico che Ulisse ha appreso molti dei suoi trucchi.
Le Furie
Divinità Minori; "Le Gentili";
Allineamento: Neutrale Neutrale (-)
Reame: Grigie Distese, Plutone, il Sottomondo
Domini: Araldi, Castigo, Distruzione, Furia
Dominio planare:
Arma preferita: Frusta
Simbolo: Tre flagelli
Tramiti conosciuti:

Seguendo la multiversale Regola del Tre, le Furie sono tre aspetti della forza di vendetta divina, allo stesso tempo separate ma unite. I loro nomi individuali sono Aletto, Tisifone e Megera, ma le Furie sono le Erinni originali (e di solito vengono ad ogni modo chiamate le Gentili per non offenderle). Si dice che i baatezu rubarono i loro nome per la profonda ammirazione nella loro funzione. Esse appaiono come megere alate ed armate di flagelli, che usano senza pietà verso coloro che hanno meritato la loro collera. Come tramiti della volontà dei poteri, le Furie non hanno alleati fra gli dèi – semplicemente vengono inviate per vendicare gli orribili crimini commessi contro (e da) il pantheon. La verità è che il poteri Olimpici sono spaventati dalle Furie, poiché le Gentili hanno il potere di abbattere divinità persino più potenti di loro stesse. Vedi, quando sono in una missione giustificata dalla loro funzione, sono supportate dalla somma di tutto il credo ed il rispetto dell'intero pantheon, e Zeus stesso farebbe bene a temerle qualora peccasse così gravemente da attirare la loro attenzione. Le Furie non hanno un proprio reame. Semplicemente volteggiano per i cieli del Sottomondo, dispensando dura giustizia ai poveri spiriti dei morti della terra di Ade, fintanto che non vengono richiamate su di un altro piano per raddrizzare un qualche torto.
Nike
Divinità Minore; "La Vittoria";
Allineamento: Legale Neutrale (LN)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Esercito, Destino, Fato, Guerra
Dominio planare:
Arma preferita: Mazza leggera
Simbolo: Donna alata
Tramiti conosciuti: Achille, umano maschio

Anche se è un potere minore, Nike ha il suo ruolo nel pantheon. Spesso è chiamata a cavalcare con Atena o Ares per essere con loro quando vanno in battaglia, per assicurarsi che una parte o l'altra abbia la vittoria. Nike è una dea capricciosa, ad ogni modo, e va solo dove desidera. Ares ed Atena hanno compreso che non possono forzare il potere, ma che dev'essere convinto come ogni altro essere. Nike è la sorella di Eris, la dea della Discordia, ed entrambe posseggono tre mele d'oro (un cenno alla Regola dei Tre). Si dice che se un mortale guarda una delle mele comincia a desiderarla con tutto se stesso. Gettala ai piedi di un nemico, e quello non potrà pensare ad altro se non ad ottenerla per se stesso. Inoltre, una zolla può anche decidere le condizioni da seguire per prendere la mela, quindi la “vittima” può ottenere il premio solo soddisfando i requisiti. Ovviamente le mele sono premi preziosi. Il primo morso cura tutte le malattie nel corpo di una persona. Il secondo morso dalla stessa mela la ringiovanirebbe. E un terzo morso lo renderebbe immortale (ma non invulnerabile). DI tanto in tanto, si dice, Nike dona le mele ai mortali che se le meritano veramente, ma è così difficile per un ciordo mostrarsi degno che Nika potrebbe tranquillamente evitare di concedere questa possibilità. Il potere inferiore non ha una dimora propria nell’Olimpo, ma mantiene dei quartieri nei palazzi di Ares ed Atena. Nike potrà anche essere capricciosa, ma fa causa comune con i due Olimpici più di quanto vorrebbe mai ammettere. Il suo tramite preferito è attualmente Achille, uno sgherro che è praticamente invulnerabile e che è quasi sempre vittorioso. È orgoglioso e vanitoso, ed è anche uno dei migliori guerrieri che la cultura Olimpica abbia mai prodotto. Anche se può sembrare come un ciordo dalla testa vuota, Achille ha profondità che in pochi possono immaginare.
Pan
Divinità Minore; "Il Satiro";
Allineamento: Caotico Neutrale (CN)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Animale, Caos, Passione, Piacere
Dominio planare:
Arma preferita: Colpo senz’armi
Simbolo: Siringa (flauto di Pan)
Tramiti conosciuti: Marsia, satiro maschio

Esistono almeno tre diverse storie sull'esistenza di Pan. La prima dice che è figlio di Urano, creato quando il sangue del vecchio cielo ha chiazzato la terra e ha fatto crescere le montagne e le foreste vicino agli oceani. La seconda afferma che è un figlio di Zeus da una moglie senza nome, mentre la terza attribuisce la sua origine ad Ermes. La verità è che Pan è semplicemente una forza della natura – sia generosa che distruttiva, e che non importa da dove giunga. Pan vive ai confini esterni del reame, e non spende molto tempo sul Monte Olimpo. Ovviamente la rarità delle sue visite le rende eventi speciali. In tali occasioni lo si può vedere viaggiare per la montagna (lui stesso, non un avatar), suonando un flauto scambiato con Apollo per un servigio sconosciuto. È favorito fra satiri e centauri per la sua passione. Segue avidamente i suoi desideri e coloro che lo seguono cercano di emularlo come meglio riescono. Ad ogni modo, sotto la faccia ghignante che sceglie di indossa, si nasconde una profonda fonte di pace e saggezza. Si è abbandonato alle proprie passioni, ma lo ha fatto con la piena consapevolezza di cosa ha fatto, ed ha perciò accettato chi è e ciò che fa. Il potere del pantheon preferito di Pan è Ermes, poiché i due trovano terreno comune nell’organizzare scherzi. Dionisio è il secondo; egli e Pan sono beoni di prima categoria, e hanno trovato l’amicizia sul fondo di svariati boccali di vino. Il resto del pantheon lascia il dio della passione libero di vagare come preferisce ed accolgono le sua presenza – ma sono contenti che le sue visite siano rare. Il suo tramite è un satiro di nome Marsia, una creatura insolente che è andata parecchio vicina a finire morta stecchita per mano di vari poteri. Vedi, la più grande abilità di Marsia è il potere della satira, un ingegno affilato che allo stesso tempo infuria e imbarazza il bersaglio. Non è proprio un gran dono, poco ma sicuro, ma il tramite lo usa con grande effetto quando sa di essere al riparo da eventuali vendette.
Poseidone
Divinità Maggiore; "La Tempesta";
Allineamento: Caotico Neutrale (CB, CN, CM)
Reame: Arborea, Aquallor, Caletto
Domini: Acqua, Caos, Creazione, Distruzione, Oceano, Terra
Dominio planare:
Arma preferita: Tridente
Simbolo: Tridente
Tramiti conosciuti: Glauco, semidio maschio; Proteo, umano maschio

Fra tutti gli Olimpici, si dice che Poseidone sia uno dei più orgogliosi, ed anche uno dei più ostacolati. Figlio di Crono e Rea, ed uno dei fratelli più vecchi di Zeus, ha tentato di ottenere il governo del pantheon ma ha fallito. In seguito Poseidone ha tentato di vincere il patrocinio di diverse città mortali, e solitamente ha fallito anche in quello, dato che gli immortali hanno giudicato altri poteri più adatti allo scopo (egli aveva formato un cavallo dall'acqua in una competizione con Atena, ma Atena l'ha sconfitto con una creazione superiore: un ulivo). Per un potere che desidera così tanto le preghiere dei mortali, ognuno di questi rifiuti è diventato un duro colpo al suo orgoglio. Forse è per questo che Poseidone è diventato così vendicativo, e perchè è così facile all'ira. Il suo temperamento è famoso fra gli Olimpici, e come il mare, può cambiare dalla calma alla furia in pochi secondi, e guai al ciordo che tenta di trattenerlo. Le passioni di Poseidone sono l'oceano, le sue strane correnti e tutte le creature al suo interno. Alcuni dicono che egli ha preso spontaneamente la reggenza del mare perchè esso, almeno, lo accetta – le creature dell'oceano lo vedono come uno di loro. Poseidone porta costantemente il tridente che i Ciclopi hanno fatto per lui. Si dice che possa causare terremoti nella terra e nel mare, ed ogni marinaio che voglia evitare di essere colpito dalle onde farà meglio ad offrire un sacrificio adeguato al geloso dio del mare. Il potere ha generato numerosi figli, anche se per lo più si sono rivelati dei fallimenti, poiché hanno seguito le vie del male e dell’inganno. Ad ogni modo, Poseidone resta comunque loro padre, e avrebbe voluto vendicare i torti che hanno subito, ma Zeus (o uno degli altri poteri Greci) proteggono coloro che uccidono i figli di Poseidone, fintanto che l’assassino è un eroe o sostiene le leggi della terra. Questo è solo un'altro esempio di come Poseidone venga ostacolato dai suoi compagni poteri. Il dio ha pochi preziosi amici tra gli dèi. Ha una flebile tregua con Sashelas degli elfi, ma i rapporti stanno peggiorando visto che Poseidone cerca di farsi adorare tra gli elfi acquatici. È più amichevole ora con Manannan mac Lir dei Celti di quanto lo sia stato negli scorsi eoni, ma si dice che una faida si nasconda sotto la superficie della loro relazione. Entrambi gli dèi sono gelosi dei propri domini e nessuno dei due è disposto a cederne un millimetro. Il reame di Poseidone ad Arborea è quasi interamente sottomarino. Tranne per una piccola isola quasi completamente inabitabile, Caletto è del tutto sotto la superficie dell’acqua. Un ciordo che ci finisce farà bene a trovare una qualche via d’uscita. I supplicanti sono amichevoli verso coloro che possono avventurarsi sott’acqua, ma non hanno pietà per i supplicanti che si avventurano qui per sbaglio. Se una zolla non impara in fretta a respirare sott’acqua, dovrà pagare una pesante somma in cambio di aiuto. Sotto la superficie del mare, Caletto è sorprendentemente bella: profondi crepacci nascondono città dallo splendore mozzafiato, e foreste di alghe ondeggiano spinte dalle correnti. Ogni viaggiatore planare dovrebbe visitarla almeno una volta nella vita. Uno dei tramiti principali di Poseidone è Glauco, uno sgherro che è riuscito a conquistarsi un pizzico di immortalità ed è stato elevato al rango di semidio. Glauco è piuttosto amichevole, ed è uno dei pochi che aiuteranno un viaggiatore ad uscire dal reame se necessario. L'altro tramite è Proteo, un rosso che sorveglia le mandrie di foche di Caletto. Ha il potere di assumere qualunque forma voglia, ed è piuttosto sbrigativo con gli intrusi. Proteo ha visto più di un babbazzo tentare di rubare qualche foca dalla sacra mandria, e il suo compito è assicurarsi che tutti questi cavalieri del giro finiscano nel libro dei morti.
Tyche
Divinità Minore; "Sorriso della Fortuna";
Allineamento: Neutrale Neutrale (-)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Fortuna, Protezione, Speranza, Viaggio
Dominio planare:
Arma preferita: Spada corta
Simbolo: Pentacolo rosso
Tramiti conosciuti: in precedenza Pensh, elfa femmina (ora dismessa)

Il pantheon Greco ha lentamente cacciato Tyche dai suoi ranghi. Alcuni dicono che era la sorella di Nike ed Eris, ma che ha avuto una discussione con loro e da lì in poi le due hanno tentato di liberarsi di lei. In ogni caso, nel corso dei millenni Tyche ha avuto un ruolo di importanza sempre minore, fino al punto di sparire quasi del tutto. D’altro canto, i conta-cadaveri Athar non hanno ancora trovato il suo corpo nell’Astrale, quindi dev’essere da qualche parte, giusto? Bene, ecco il buio della faccenda: Tyche si è semplicemente ritirata nel Primo Piano Materiale, riservandosi per gli adoratori di una singola sfera di cristallo. Anche se odia la retrocessione a dea di una singola sfera, ciò le ha permesso di restare viva. Vedi, è fuggita nel mondo di Toril dove ha imparato a manifestarsi come due poteri: Tymora (la dea della buona sorte) e Beshaba (la dea della malasorte). Non si sa se sia ancora la personalità dominante in entrambe le divinità, o se quella parte di lei è svanita abbastanza da alimentare quei poteri in modo inconscio. Ma gli Sperduti di Toril credono fermamente che Tyche non esista più, e che si sia divisa fisicamente in due esseri distinti. Sia Ermes che Pan hanno inviato avatar per cercare di scoprire la verità sul declino di Tyche, ma non possono entrare nella sfera di Toril e non possono portare alla luce il buio. Presto manderanno i loro sacerdoti attraverso i portali per avere soddisfazione. Una cosa è certa, il reame di Tyche nell’Olimpo sta lentamente svanendo. In precedenza era una grande villa e una sala delle scommesse, ma ora è scesa lungo le pendici del monte ed è vuota e polverosa, con angoli pieni di ragnatele. Ma, chi lo sa? Forse Tyche sta solo attraversando un periodo buio e presto tornerà a farsi viva. La sua precedente tramite, Pensh, ora vaga per i piani investigando sulla scomparsa della sua patrona. Pensh è una zolla fredda, poco ma sicuro; dopo tutto era abituata ad essere la sgherra più fortunata del multiverso, e ora può far affidamento solo sulle proprie capacità.

I Titani

Marmo bianco di qua, marmo bianco di là... se sono così dannatamente potenti perchè non vanno a prenderselo da soli?
Ateno Allenos, schiavo dei Titani, poco prima di venire annichilito

I Titani furono fra i primi nati di Gaia, la Terra, e furono (almeno secondo la Grande Teogonia) i primi dèi a camminare sulla sua superficie. Ognuno di loro manteneva un dominio sulla propria sfera di influenza e raccoglieva il rispetto dei mortali. Ma i titani divennero troppo forti, e la Terra li rifiutò (fu a causa della maledizione di Gaia che i Titani furono spodestati dai loro figli, gli Olimpici). Oggi i Titani non hanno più adoratori, e questo perchè i poteri Greci discoraggiano grandemente i mortali dal rivolgersi ai reietti, al punto che i Titani hanno paura di essere puniti ogni volta che un mortale pronunci il loro nome. In ogni caso non è un segreto che alcune zolle, primevi e planari, abbiano viaggiato sino a Carceri in peregrinaggio verso i Titani in cerca di potere e dei segreti del multiverso. Un babbo che li trovi dell'umore giusto potrebbe perfino ottenere una risposta. Alcuni Titani sono intrappolati sul Monte Othrys nel primo strato di Carceri. Il loro capo è ovviamente Crono, che li governa tutti. I suoi dieci fratelli sono imprigionati con lui: Ceo, Crio, Febe, Giapeto, Iperione, Mnemosine, Oceano, Tea, Temi e Teti. Ognuno mantiene un dominio sulla propria sfera di influenza, la materie grezza dei mondi primi. Si dice che i Titani siano le forze primordiali del Primo Piano Materiale, e che con la loro esistenza mantenga in funzione le leggi dei piani. Seguendo questo punto di vista, si potrebbe dire che gli Olimpici hanno padroneggiato le forze della vita e le hanno addomesticate. I nomi summenzionati appartengono ai più famosi Titani conosciuti dai mortali, e Crono è il loro signore (benchè non tutti i Titani siano malvagi). Ma altri tre esseri hanno un ruolo nella storia: Gaia, Rea e Urano. Gaia, prima di tutti, è lo spirito del Primo, ed anche se ella ha spinto i giganti e alcuni suoi figli a ribellarsi agli Olimpici, rimane un alleato del pantheon. Rea, la madre della prima generazione degli dèi Greci, è venerata per il suo ruolo nella loro liberazione dal despota Crono. Urano, infine, è il padre di tutti i Titani, il nonno dei primi Olimpici.

Crono
Divinità Maggiore; "Il Parricida";
Allineamento: Legale Malvagio (LN, LM)
Reame: Carceri, Othrys, Monte Othrys
Domini: Bramosia, Legge, Male, Pianificazione, Tempo, Tirannia
Dominio planare: Carceri
Arma preferita: Falce
Simbolo: Falce
Tramiti conosciuti:

Crono, il padre degli dèi Greci, non è un genitore amorevole. Profetizzato che sarebbe stato spodestato dalla sua prole, Crono divorò i figli che generò con Rea poco dopo la loro nascita. Ricorda, egli fu il Titano che sconfisse suo padre, il crudele Urano – sapeva bene il danno che un figlio poteva provocare, ed era determinato a non cadere nella stessa trappola. Ovviamente, non avrebbe potuto sconfiggere Urano senza l'aiuto di sua madre Gaia, e lei lo aiutò solo perchè le promise di liberare la progenie che suo padre aveva nascosto su Carceri. Ma Crono tradì la sua promessa e fu destinato a subire lo stesso destino di suo padre. Esiliato su Carceri con gli altri Titani, Crono siede e rimugina sul suo trono nel palazzo di marmo in rovina che sorge sulla cima del Monte Othrys. Studia un modo per evadere dalla sua prigione, e invia messaggeri per scoprire il buio sulla fuga da Carceri. Finora senza risultato. I suoi alleati includono l'ingannevole Loki, anche se il potere Norreno del conflitto non è esattamente un tipo affidabile. Inoltre, i baatezu e i tanar'ri dei Piani Inferiori cercano costantemente l'aiuto dei Titani nella Guerra Sanguinosa, ma con tutta probabilità non lo otterranno – a meno che non offrano a Crono la libertà che desidera. Anche gli altri Titani non supportano del tutto il loro capo. Crono governa i suoi fratelli perché fu l'unico che agì contro il loro padre, ed è solito ricordare loro la loro indolenza. Teme i loro complotti tanto quanto quelli degli Olimpici, e li sorveglia come un falco. Crono governa con pugno di ferro, e i suoi fratelli e sorelle si sono ormai stancati del suo governo dittatoriale. Un giorno, si dice, si solleveranno e lo rovesceranno. Fino ad allora, si inchinano al loro fratello minore, attendendo il loro tempo.
Gaia
Divinità Maggiore; "Madre Terra";
Allineamento: Neutrale Neutrale (NN)
Reame: Piano Materiale
Domini: Equilibrio, Famiglia, Guarigione, Oracolo, Vigore, Terra
Dominio planare:
Arma preferita: Falcetto
Simbolo: Cesto di frutta
Tramiti conosciuti:

Si dice che Gaia – o Gea – incarni l'interezza dei mondi del Primo Piano Materiale, che è la forza che li unisce tutti insieme. Beh, ciò potrebbe o non potrebbe essere vero; i poteri sanno che gli Olimpici sono abbastanza egocentrici su tutto ciò che dicono. Ma è vero che Gaia generò i Titani e gli elementi sulla sua superficie. È una delle divinità più antiche che i mortali possono nominare, e ha un potere più elevato di quanto Zeus possa mai sognare. Alcuni la descrivono come una cospiratrice, gelosamente attaccata al suo potere e alla sua posizione. La verità è che è solo una madre preoccupata, e non vuole altro che un equo trattamento per tutti i suoi figli. Quando gli dèi Greci imprigionarono i Titani su Carceri, Gaia cercò di farli liberare dai loro fratelli, i Giganti. Il conflitto che ne scaturì quasi rovesciò il giovane pantheon, ma gli Olimpici si ripresero velocemente. Gaia provò altre volte a liberare i suoi figli imprigionati, ma Zeus e i suoi compagni non ne vollero sapere. Se sta macchinando altri piani per liberare i Titani, non li ha ancora fatti venire a galla. Alcuni dicono che Gaia non è realmente un potere perchè non ha bisogno di adoratori. Tutto ciò di cui ha bisogno è vita costante e movimento sulla sua superficie, e ottiene tutto ciò con le vanghe dei mortali dei mondi del Primo. Se gli Olimpici sognassero di spodestare Gaia, dovrebbero prima distruggere i mortali che vivono su di lei – e ciò ucciderebbe anche loro. Quindi, gli dèi vivono in una cauta tregua con la loro nonna. Gaia non ha reame o palazzo – semplicemente è, diffusa in tutti i mondi dove vengono venerati gli dèi Olimpici. Se una zolla vuole venerarla deve semplicemente trattare con rispetto ed amore il mondo in cui si trova; Gaia ottiene più potere dalle carezze che dalle urla e dai sacrifici dei templi.
Rea
Divinità Maggiore; "Madre degli Dèi";
Allineamento: Neutrale Buono (LB, NB, CB)
Reame: Arborea, Olimpo, Monte Olimpo
Domini: Bene, Comunità, Guarigione, Famiglia, Rinnovamento, Vita
Dominio planare:
Arma preferita: Bastone ferrato
Simbolo: Volto femminile
Tramiti conosciuti:

Rea è la madre del pantheon Olimpico (o almeno dei membri più anziani), ed è grazie a lei che sono sopravvissuti, oltre ad aver raggiunto la condizione che mantengono oggi. Sarebbe pronta a ricordar loro questo fatto, se fosse necessario, ma non lo è. Gli dèi le hanno donato un palazzo che supera persino quello che condivideva con Crono durante il suo regno, e la cercano per dei consigli quando non possono rivolgersi l'un l'altro. Rea non ha esattamente un reame proprio, ne una religione o dei tramiti. Semplicemente guarda e consiglia: comunque, ottiene potere dalla totalità del pantheon Olimpico. E come potere della fertilità, delle stagioni e della maternità, ottiene la venerazione dei mortali del Primo.
Urano
Divinità Maggiore; "Padre Cielo";
Allineamento: Caotico Malvagio (CN, CM)
Reame: Sconosciuto (forse deceduto)
Domini: Aria, Caos, Cielo, Forza cosmica, Male, Rancore
Dominio planare:
Arma preferita: Colpo senz’armi
Simbolo: Stelle
Tramiti conosciuti:

Urano, uno dei figli di Gaia, è anche il padre di alcune tra le più potenti progenie: i Titani. Ma Urano fu un amante crudele, e solo i Titani, i preferiti tra i suoi figli, ricevettero una sorta di trattamento speciale. Gli altri – i mostri chiamati Ciclopi ed Ecatonchiri – furono rinchiusi su Carceri perchè Urano odiava guardare il loro aspetto. Non sapeva però che il suo disprezzo per quei figli l'avrebbe condotto direttamente al suo rovesciamento per mano di Crono e degli altri Titani. Durante la battaglia, il sangue di Urano cadde su Gaia e la fecondò nuovamente, generando le Furie, i Giganti e, si dice, Afrodite stessa. Ferito gravemente, Urano fuggì nei più lontani meandri del multiverso. Alcuni dicono che morì, incapace di curare le ferite inflitte da suo figlio maggiore, e che quindi sia diventato uno dei primi dèi morti fluttuanti nell'Astrale. Tuttavia, nessuno ha ancora trovato il suo corpo nel vuoto argenteo. Ciò ha condotto su alcune inquietanti speculazioni sia tra i Titani che tra gli Olimpici riguardo il fatto che un giorno Urano tornerà, portando un'armata cui nessuno sarà in grado di resistere.